INNOVAZIONI TECNOLOGICHE

01L'informatizzazione che caratterizza il nostro tempo ci impone di riorganizzare i processi produttivi.
Alcuni ipotizzano scenari drammatici per l'occupazione.
Gennaro Sangiuliani, giornalista, vice direttore del Tg1, espone la tesi secondo cui la domanda di lavoro è cresciuta lì dove si è investito in tecnologia, come ad esempio in Scandinavia ed in Germania. Nei paesi come l'Italia e la Grecia in cui l'investimento tecnologico è ridotto al minimo, cresce la problematica della disoccupazione. Egli sostiene che l'Italia è stato un paese virtuoso fin quando ha saputo innovarsi e trasformare l'intuizione tecnologica in prodotti, tant'è che il Lingotto, il luogo che ci ospita per la manifestazione del Festival del Lavoro, è il luogo simbolo della prima rivoluzione industriale. Alla fine dell'800 venne creata la FIAT e poi, poco dopo, anche l'Olivetti, due grandi realtà che hanno investito tanto nell'innovazione.
Negl'ultimi anni però, l'Italia si è rivelata un paese poco recettivo verso le innovazioni tecnologiche e questo ha costretto molti giovani italiani a rivolgersi al mercato estero del lavoro, in quanto non apprezzati in maniera degna nel proprio Paese. Questo ha penalizzato molto anche le casse dello Stato, nonostante la formazione sia avvenuta in maniera ottimale nelle nostre università.
L'on. Nunzia Cataldo, Senatrice e Presidente della commissione lavoro al Senato, sostiene che lo Stato dovrebbe farsi carico della stagnazione salariale e produttiva, del cattivo investimento in ricerca e sviluppo ed innovazione, attraverso le politiche attive nel lavoro, fornendo formazione di qualità, monitorando il processo produttivo ed economico del Paese.
Emanuele Massagli, presidente dell'ADAPT, sostiene che in Italia non c'è la capacità di trasformare l'invenzione in prodotto, descrivendo l'Italia come un Paese di inventori e non di innovatori. La tecnologia comporta, infatti, che sul territorio non sia più solo l'impresa a competere, ma l'intero contesto territoriale con tutte le sue filiere. Un'impresa ricca in un contesto sfavorevole sarebbe non competitiva. Di grande peso è l'ambito legislativo che deve innovarsi, essere altrettanto competitivo ed innovativo e non soltanto intuitivo.
Le aziende sono fatte di uomini con il proprio know-how e non più solo di macchinari organizzati.
Interessanti sono state le testimonianze delle start-up dove:
Luigi Galante, dirigente della FCA EMEA, ha testimoniato la sua esperienza di essere nel contesto di una fabbrica connessa con il mondo, cioè, dove si raccolgono in tempo reale gli ordini dei clienti, che vengono segnalati ai fornitori che a loro volta comunicano e forniscono in maniera puntuale i loro materiali senza gravare sulle scorte di magazzino. Ogni macchinario facente parte della filiera di produzione è costantemente monitorato a sua volta, attraverso dei sensori che rilevano l'efficienza o segnalano anticipatamente lo stato di usura.
David Avino, AD della ARGOTEC ha testimoniato invece l'importanza dell'ascolto delle idee che provengono dall'interno della propria azienda, da chi la vive e ci lavora, dall'esterno, cioè dalle richieste dei propri clienti. Altro punto fondamentale è l'età media dei suoi collaboratori che è di circa 29 anni. Nella sua azienda danno spazio alle idee dei giovani, guidandoli e supportando in maniera concreta la formazione continua, Questo è il segreto del loro grande successo.
Matteo Achille, fondatore di EGOMNIA, invece espone il suo progetto di un efficientissimo portale online dove ognuno può candidarsi attraverso il proprio curriculum ed ogni azienda può scegliere il candidato più idoneo alle proprie esigenze. Un portale di comunicazione che avvicina le due grandi realtà: le aziende e la forza lavoro.

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