PUNTI DI VISTA - ESPERIENZE DAL MONDO DEL LAVORO

Inizia da questo numero una nuova rubrica che ha l'intento di farci incontrare altre realtà lavorative, modi differenti di organizzare il lavoro, esperienze - vicine e lontane - che allarghino i nostri orizzonti. Non siamo qui per dare giudizi - ogni situazione deve essere contestualizzata e ogni esperienza è formativa perché unica di per sé - ma semplicemente farvi partecipi di ciò che accade intorno a noi.

Per il primo numero abbiamo fatto quattro chiacchiere con Serena Cameirano, originaria di Albisola Superiore (Sv), diplomata all'Itc Boselli, laurea in Computer science al Trinity College di Dublino e laurea magistrale in Medical engeneering and physics al londinese Kings College. Ha lavorato per Microsoft tra Seattle e Londra e oggi è software developer presso Salesforce, società informatica che si occupa di cloud computing. Vive a San Francisco, è sposata con Ron (olandese), hanno un bimbo di un anno e mezzo.

08 01Scopriamo subito che la sua giornata lavorativa non è dettata da orari di lavoro rigidi e fissi: "Il mio lavoro è molto flessibile: non ho orari e non devo per forza stare in ufficio per otto ore", inoltre, un giorno alla settimana – il No meeting day - Serena lavora da casa. In questo modo può concentrarsi sul suo lavoro senza essere interrotta dalle riunioni. Essendo mamma di un bimbo piccolo, solitamente si reca in ufficio dalle 8.30 fino alle 17.00, ma se deve finire un progetto non ha problemi a lavorare da casa dopo aver messo il piccolo a dormire.
In questa realtà fatta di orari flessibili, i ritmi di vita personali possono influenzare l'orario di lavoro di ognuno: "i ragazzi più giovani che non hanno ancora messo su famiglia, arrivano al lavoro verso le 9:30/10, ma solitamente si fermano a lavorare fino a tardi" e per incentivare un buon ritmo di lavoro, può capitare che un team che ha lavorato più del solito riceva dall'azienda una giornata libera per ricaricare le energie.
In fatto di permessi, se - ad esempio - un dipendente ha una visita medica durante l'orario di lavoro, non deve fare particolari richieste: "avviso i miei colleghi e, una volta terminata la visita, posso scegliere se rientrare in ufficio o terminare il lavoro della giornata da casa".
Ci spostiamo ad affrontare il tema maternità e relativi congedi. Serena ci spiega che negli Stati Uniti la maternità non è garantita a livello federale ed ogni singolo Stato ha regole proprie. In California, se l'azienda presso cui lavori ha più di 50 dipendenti, viene garantita la conservazione del posto di lavoro per 12 settimane parzialmente retribuite. Nel suo caso, Salesforce le ha riconosciuto 6 settimane aggiuntive, anche queste parzialmente retribuite, oltre ad una contribuzione aggiuntiva (che si aggiunge a quella pagata dallo Stato della California) e un bonus di 250$ alla nascita del bambino, per sostenere la famiglia nelle prime spese.
Per quanto riguarda la parità uomo-donna, la percentuale di donne che lavora presso Salesforce si aggira intorno al 20-30% e per l'azienda è importante dare segnali che non facciano sentire penalizzate le donne in gravidanza e la testimonianza di Serena ce lo conferma: "5 giorni dopo il mio ingresso in maternità l'azienda mi ha promosso di grado".
Il metodo di gestione ed organizzazione del lavoro segue una metodologia che nel campo dell'informatica è molto utilizzato, ma che si può definire un approccio alternativo.
Ogni team di lavoro deve portare a termine dei progetti che fanno parte delle release rilasciate dall'azienda. Ogni progetto viene suddiviso in stories autonome ed a ognuna di esse è attribuito un peso che esprime il tempo necessario alla sua realizzazione. Ciascun mese di lavoro è suddiviso in unità di tempo chiamate sprint – nel caso di Salesforce un mese è suddiviso in due sprint – e, all'inizio di ogni sprint viene attribuito un certo numero di stories da completare. Al termine dello sprint si verifica quante stories sono state portate a termine dal team di lavoro . Sommando i pesi che erano stati originariamente assegnati alle singole stories si ottiene la velocity del team e, tramite un meccanismo di feedback, la velocity è utilizzata per la programmazione del lavoro dello sprint successivo: il team si prefiggerà di portare a termine un numero di stories tale da far ottenere una velocity simile a quella ottenuta nello sprint precedente.
Serena ci aiuta spiegandoci che "il metodo agile – tipico dell'IT – è molto utile per pianificare correttamente il lavoro e per cambiare rapidamente direzione se questo si rende necessario. Nel caso in cui si renda necessario sviluppare tempestivamente una nuova funzionalità, è possibile introdurla nello sprint successivo rimodulando le priorità di ogni story".
Tornando a parlare della conciliazione dei tempi di lavoro con quelli della vita privata – ricerca che al giorno d'oggi sempre più ci coinvolge – Serena racconta che la sua azienda, come la maggior parte nel settore informatico, coccola i propri dipendenti, mettendo a disposizione dei propri dipendenti una serie di benefici che vanno dagli sconti sulle baby-sitter alla possibilità di usufruire di un bonus pari a 100$ al mese per il benessere personale (palestra, massaggi, ski pass, ...), dalla palestra in ufficio – dove si svolgono corsi gratuiti di fitness – al servizio, anche questo gratuito, di caffetteria e snack. Inoltre, in azienda ci sono zone attrezzate per le docce, stanze adibite al parcheggio biciclette e si può partecipare ad happy hour, ottenere sconti su eventi e altro ancora.
Ma Salesforce non si preoccupa solo della serenità di chi lavora al suo interno e, seguendo il principio "give back to the community", mette i propri dipendenti in condizione di svolgere attività di volontariato: "durante lo sviluppo di ogni release una parte del tempo di lavoro viene impiegata per svolgere attività volontariato e l'azienda riconosce ogni anno 7 giorni retribuiti durante i quali ognuno di noi può portare a termine un progetto di volontariato, in qualsiasi parte del mondo".
La lontananza da casa e dalle famiglie può non aver reso semplice il percorso di organizzazione della vita quotidiana e la gestione di un figlio, ma se hai un marito presente "con cui dividiamo tutte le responsabilità della casa al 50% è stato facile". Di certo Serena è una persona piena di entusiasmo e anche se ha trovato un ambiente di lavoro stimolante al di là dell'oceano, il pensiero del paese d'origine popola anche i suoi progetti lavorativi: "mi piacerebbe organizzare brevi corsi base di informatica per le ragazze di Albisola e dintorni per cercare di ricalibrare la mancanza di donne nel mio campo lavorativo".

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