UN CAFFÈ CON ... GIANNI GIACOBELLI

07 01

Immaginate di essere seduti ad un tavolo di un bar con un collega, un dirigente di categoria o chiunque presti la propria attività nel mondo del lavoroe di discutere serenamente sorseggiando l’immancabile caffè. Ristretto, lungo, corto, macchiato, corretto, decaffeinato, la scelta è libera così come le risposte che forniranno i nostri gentili interlocutori alle domande.

Gianni Giacobelli, Presidente Ancl, Consiglio Regionale delle Marche. Grazie per aver accettato l'invito al nostro "bar virtuale", il luogo ideale in cui incontrarsi, scambiare opinioni e discutere liberamente sulla categoria e sui giovani Consulenti del Lavoro, sorseggiando un buon caffè.

D: Cominciamo questa chiacchierata parlando di un tema attuale: le aggregazioni di giovani Consulenti del Lavoro. Cosa ne pensa e quali contributi crede che possano apportare alla categoria?

R: Buongiorno, ma perché mi dai del Lei ? Allora anche io Le do del Lei .. Tra colleghi solitamente ci diamo tutti del Tu, dal più anziano iscritto al più giovane; è anche così che si esprime l'intenzione di un percorso comune, di una vicinanza di valori professionali e morali, di obiettivi condivisi. Gli enormi progressi fatti dai Consulenti del Lavoro nell'ultimo decennio derivano in parte anche da questa condivisione, da una recuperata coesione interna della categoria e delle sue componenti istituzionali. E con questo, forse ho anche già risposto alla domanda: delle aggregazioni di giovani Consulenti del Lavoro penso tutto il bene possibile, purché siano aggregazioni "per" e non "contro".

D: A giugno 2013 si è costituita l'Associazione Nazionale Giovani Consulenti del Lavoro che ha intrapreso, da subito, un percorso di conoscenza e di collaborazione con l'Ancl (e con tutte le altre istituzioni di categoria). Come giudica questo cammino e soprattutto, secondo Lei, che direzione potrà prendere nel futuro?

R: Ho ancora vivo il ricordo di uno "straordinario congresso straordinario" di fine 2012, a Roma; lì ho avuto chiaro che l'energia e la visione del futuro della professione di tanti giovani colleghi dovesse trovare una forma per esprimersi in modo compiuto, continuativo e senza filtri. Inoltre, la categoria deve essere strutturalmente in grado di individuare e selezionare le sue eccellenze, deve lavorare per l'oggi e costruire con lungimiranza il domani. Ho seguito, da lontano ma sino dal principio, l'evoluzione dell'Associazione Giovani, e penso che inizialmente abbiate commesso degli errori; ma con il passare del tempo apprezzo sempre più la chiara intenzione di lavorare per la categoria, e la volontà di comprenderne i pregi e gli inevitabili difetti. A mio avviso, quando passerete ad una nuova fase della vostra vita associativa, più caratterizzata da proposte e condivisione di idee, il Vostro ruolo sarà più percepito ed apprezzato.

D: Secondo Lei Ancl e Associazioni Giovani come possono coesistere serenamente?

R: A mio avviso l'Associazione Giovani può svolgere un ruolo importante all'interno alla categoria; di stimolo, di proposta, di dinamismo, e perché no anche di orientamento delle politiche di categoria verso le istanze dei giovani colleghi su tematiche specifiche o di carattere generale.
L'Ancl deve invece rappresentare le istanze dei Consulenti del Lavoro suoi associati verso l'esterno e nelle sedi istituzionali; è l'interlocutore sindacale unico ed unitario nei confronti dei terzi, è il soggetto istituzionale che deve sintetizzare le diverse sensibilità ed esigenze territoriali e di genere.
In questo modo, e nel rispetto dei ruoli, non vedo alcuna difficoltà di coesistenza.

D: In che modo coinvolgete i giovani Colleghi marchigiani nelle attività istituzionali?

R: Non abbiamo specifiche modalità di coinvolgimento, semplicemente la porta è aperta per chiunque voglia portare un contributo; dobbiamo soltanto fare costante attenzione a non dare l'errata impressione - mi riferisco ai dirigenti delle unioni e dei consigli – di essere un gruppo auto referente; e mi sembra che ci riusciamo.

D: Secondo Lei è meglio un'aggregazione giovanile priva di norme, oppure un'aggregazione giovanile "regolamentata"?

R: Non credo ci sia un "meglio" assoluto, né che sia una questione di norme o regole. Dipende dalle specifiche realtà territoriali.
Laddove le esigenze e le idee dei giovani colleghi non vengono adeguatamente considerate, comprendo che potrebbe esserci maggiore necessità di una "formalizzazione". In linea di massima ritengo che un'aggregazione di giovani all'interno della categoria, se diventa associazione, corrisponde ad un bisogno o ad un interesse non soddisfatto.
Dovete solo, e questo sta a voi, evitare il proliferare di iniziative sul territorio finalizzate al soddisfacimento di ambizioni personali fini a se stesse, finirebbe presto per nuocervi; ma per come vi ho conosciuto siete molto attenti, riuscirete a scongiurare questo pericolo.

D: Crede che oggi l'Ancl, nella sua configurazione attuale, risponda alle esigenze dell'intera categoria, oppure necessiti di interventi di aggiornamento? Se si, quali?

R: Evidentemente non rispondiamo alle esigenze dell'intera categoria, considerando la percentuale di associati rispetto agli iscritti all'Ordine e le difficoltà che abbiamo sui territori per incrementare il numero degli iscritti. A mio avviso dovremmo definire meglio la nostra "visione" della professione di Consulente del Lavoro e del ruolo del sindacato unitario, e farne conseguire un insieme di azioni convergenti e coerenti; e poi ripensare in modo strutturale e scientifico la comunicazione delle tante ottime attività che vengono offerte ai colleghi per offrire strumenti di miglioramento della professione. Quale libera associazione sindacale abbiamo un enorme vantaggio, peraltro sancito nello Statuto: quello di poterci occupare della tutela e delle problematiche dei singoli associati, è quello il nostro ruolo; personalmente, sono convinto che lo sviluppo del nostro sindacato passi attraverso la tutela del singolo collega.

D: Grazie Presidente per la Sua gentilezza. Ci saluti tutti i Colleghi marchigiani, giovani e non. Prima di accomiatarci un ultimo quesito: secondo Lei, oggi, un giovane C.d.L. perché dovrebbe iscriversi all'Ancl?

R: Un giovane può diventare Consulente del Lavoro con l'aspirazione di svolgere attività libero professionale; oppure può abilitarsi per costruire un percorso di specializzazione da spendere nel mercato del lavoro con altre modalità. Il primo, cioè quel giovane che intende intraprendere la professione, non deve delegare a terzi la sua prospettiva di futuro. Quel giovane deve sapere che lo stato attuale non è un diritto inamovibile, che la Legge 12 è un baluardo che va protetto e migliorato ogni giorno e nel tempo; e che se vuole mantenere nel tempo la dignità ed il livello della professione per la quale ha studiato e fatto sacrifici può e deve raccogliere il testimone e portare la sua quota parte di contributo di idee, e l'Ancl è il luogo naturale in cui tutto ciò si realizza.

Grazie a Lei, ma .. la prossima volta diamoci del Tu !

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