SUCCEDE DI BELLO CHE…

Scritto da Super User.

 

Questa rubrica trae origine da un presupposto scontato e forse banale: pensare che dietro i ritmi frenetici delle nostre attività lavorative ci siano, prima che professionisti, persone. 

Quindi può far piacere ricordarsi, per un solo momento, questa piccola verità, giusto cinque minuti di svago in cui cercheremo di condividere con voi quello che, appunto, succede di bello. 

 

Bene o male tutti ogni giorno abbiamo i nostri 5 minuti di "voglio stare fuori dal mondo" e così o ti metti a giocare a Candy Crush o inizi a leggere qualcosa, qualsiasi cosa che non parli di leggi, articoli, crisi ed UNILAV. Beh a volte riesci a staccare la spina altre, ahimè, no. Nei miei "5 minuti" ho letto di Leonarda. 
Si chiama Leonarda Dibrani, ha 15 anni, e fino a qualche giorno fa frequentava un liceo francese con ottimi risultati. La ragazza di origine kosovara è stata fermata dalla polizia mentre stava facendo una gita con i compagni, poi caricata su un aereo con la famiglia e rispedita a Mitrovica, nel suo paese. L'espulsione ha scatenato sdegno e proteste in tutto il Paese.12 01
Mille polemiche si sono scatenate visto che la ragazzina è stata prelevata dalla polizia fin dentro il pullman sotto gli occhi di compagni e insegnanti. Leonarda Dibrani era considerata un'ottima alunna, frequentava la scuola da tre anni e abitava insieme alla sua famiglia in un centro di accoglienza per richiedenti asilo a Levier, un piccolo comune nell'est del paese, vicino al confine con la Svizzera.

"E' stata rispettata la legge" commenta il ministro dell'Interno, Manuel Valls, che da settimane predica una "fermezza repubblicana" con gli immigrati sans papiers.
Di qui come è ovvio si sono scatenati venti di spaccature interne al governo francese, essendo casi di cui la politica si nutre purtroppo, e noi in Italia lo sappiamo bene. Benissimo direi. Non voglio entrare in merito alle leggi francesi o fare discorsi etici che lascerebbero il tempo che trovano. Ma ciò che mi ha colpito succede qualche giorno dopo. 50 scuole a Parigi e nel resto della Francia sono state teatro di manifestazioni per due giorni consecutivi. Tra i 7.000 ed i 10.000 studenti sono scesi in strada, nelle piazze, nei vicoli, agli incroci ed hanno protestato contro il trattamento riservato a Leonarda e contro l'espulsione di Kharchik Cachatryan, 19enne espulso sabato scorso verso l'Armenia. Ecco fermiamoci qua: "Tra i 7.000 ed i 10.000 studenti". Ma come??? Non è la generazione che i media, i sociologi, i psicononsocosa descrivevano come "generazioni prive di interessi...dipendenti dai social network...senza principi o valori...rassegnate..."?
Migliaia di ragazzi "privi di interesse" sono scesi in piazza tutti insieme, per una sola persona, una sola compagna. Non si sono voltati dal lato opposto quando hanno visto l'ingiustizia della polizia, non si sono detti "vabbè ed io che ci posso fare? Vado a fare shopping così non ci penso", non hanno pensato ad un loro riscontro personale, non hanno pensato "intanto non ci ascolterà nessuno", l'hanno fatto e basta.
Hanno detto "noi non ci stiamo", hanno detto "noi non vogliamo un Paese che viva di prepotenza e dimentichi il buon senso", hanno detto "No". E noi? La realtà dice che anche noi eravamo così. Quando eravamo mossi da mille entusiasmi, da mille idee, da mille energie, che se una cosa non ci piaceva, con bei modi sì, ma lo dovevamo dire, che noi avremmo cambiato il mondo, si l'avremmo cambiato perché un domani sarebbe stato nostro e se non lo avessimo cambiato in quel momento, poi ce lo saremmo ritrovato brutto, e non ci sarebbe più piaciuto quel mondo. Eravamo così.
Ora è inutile dire come siamo. O forse si: disillusi e disinnamorati. Ma se ognuno di noi quando ripensa a quei tempi si dice "ah che bei tempi!" qualcosa vorrà pur dire. Dovremmo far restare dentro di noi quel "giovane" che eravamo, che continua a crederci nonostante tutto, che non si arrende, che guarda il bello in ogni cosa, che sorride. 
A volte crescere troppo non è un bene. Non è mai troppo tardi per tornare giovani.

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