SUCCEDE DI BELLO CHE…

Questa rubrica trae origine da un presupposto scontato e forse banale: pensare che dietro i ritmi frenetici delle nostre attività lavorative ci siano, prima che professionisti, persone. 

Quindi può far piacere ricordarsi, per un solo momento, questa piccola verità, giusto cinque minuti di svago in cui cercheremo di condividere con voi quello che, appunto, succede di bello. 

04Ma di favole perché oggi non se ne scrivono più?
Possibile che non abbiamo più favole? Oppure nessuno le chiama più così?

C'era una volta, nel lontano 1923, su un'isola, una ridente azienda che iniziò a produrre Birra ed imparando a camminare da sola, espanse la propria rete in tutto il Meridione.
Più cresceva lei più cresceva la sua città, più diventava grande più la sua storia diventava tradizione.
Ma il '900 vede insidiarsi la massificazione ed i grandi iniziarono a mangiare i piccoli ed anche se non arrivavano ad ingoiarli, quantomeno iniziarono a masticarli.
E così la povera e piccola isolana venne presa in mano da degli omaccioni per di più con l'accento straniero che iniziarono a sballottarla da un lato all'altro, da una bugia all'altra, da un padrone all'altro fino quasi a sfinirla. Quasi.
Un giorno, quando stava quasi per cedere, torna a trovarla sorridente il suo primo amore, proprio quello che l'aveva fatta nascere, che l'aveva fatta crescere e le aveva regalato un'anima.
Ma, come la storia insegna, le minestre riscaldate non vanno sempre bene.
Allora la povera isolana accecata dalle promesse, dal sentimento che le dava forza e dal voler credere nell'esistenza dell'amore a tutti i costi, continuò a dargli fiducia su fiducia, perdonando ogni marachella e coprendo ogni tradimento, ma ciò non bastò.
Non bastò più quando nel 2011 il suo primo amore le disse che era finita ... per sempre.
The end? Ancora no.
La piccola isolana si chiama Ex Birra Messina.
La sua storia è come quella di 10, 100, 1000 altre aziende che non ce l'hanno fatta più ed hanno scritto fine. La sua storia è come quella di 10, 100, 1000 altre aziende ma fino a questo punto.
Quando nel 2011 il "suo primo amore" le ha detto che era finita, la conseguenza naturale, ciò a cui purtroppo andava incontro erano i licenziamenti, poi la disoccupazione, poi magari la mobilità ed in fine sarebbe rimasto solo un ricordo.
Appunto, la conseguenza naturale, come dopo la fine di un amore sappiamo che arriverà la tristezza, e poi la rabbia, e poi il rancore e poi chissà.
Ma in quel 2011 si è risvegliata l'anima della piccola isolana, l'anima che fuori dai libri di favole si chiama "dipendenti" ed aprendo gli occhi si è chiesta "Chi l'ha detto che la conseguenza naturale è questa? Chi l'ha detto che la conseguenza naturale deve essere uguale per tutti? E se noi la cambiassimo?"
Così è stato.
Sedici dei quarantadue dipendenti dell'Ex Birra Messina si sono costituiti in cooperativa ed hanno rilevato la piccola isolana impegnando tutti i loro risparmi, il Tfr e la mobilità.
Da ex dipendenti ad imprenditori contando sulla passione verso il proprio lavoro, sul desiderio di mantenere viva quella che per generazioni era ormai diventata tradizione e sul contributo della loro città e di una nazione che fiduciosa della loro impresa sta acquistando sin da ora la birra che tornerà sul mercato da marzo 2015.
Anche senza il "C'era una volta" molte storie di coraggio sono da considerarsi delle favole, perché delle favole hanno la morale ed anche gli eroi che, certo non riusciranno a spostare i pianeti con l'onda energetica ma riescono a smuovere gli animi sopiti nella rassegnazione.
A volte ... spesso ... ormai sempre, assorbiamo le "conseguenze naturali" dei fallimenti e dei percorsi sbagliati, pensando che tanto deve andare così, che nulla si può fare e così ci facciamo contaminare dall'inerzia del cambiamento e a poco a poco moriamo dentro un po' anche noi insieme alle speranze.
Ed invece basta fermarsi un attimo e chiedersi "Chi l'ha detto che debba andare così? E se fossi io a riscrivere la fine?"
Così come la natura consente al salmone di risalire il fiume controcorrente, forse il destino vuole solo essere sfidato.

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