LA CONTRATTAZIONE DI SECONDO LIVELLO IN ITALIA: SCENARI FUTURI PER UN NUOVO MODELLO

01È appena iniziata l'ottava edizione del Festival del Lavoro, organizzata dal Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro e dalla Fondazione Studi, ed è subito entrata nel vivo. Nell'importante cornice del padiglione fiere del Lingotto di Torino si sono riuniti i Consulenti del Lavoro per una tre giorni ricca di appuntamenti, dibattiti e momenti di formazione importanti per la crescita professionale.

Tra questi, presso l'aula verde – aula delle opportunità - si è svolto l'incontro dal tema "La contrattazione di secondo livello in Italia. Scenari futuri per un nuovo modello", organizzato in collaborazione con FonARCom e che ha visto protagonisti relatori di primissimo piano.

La contrattazione di secondo livello e territoriale al centro, dunque, del dibattito al fine di chiarire come un uso sempre più intensivo della contrattazione di prossimità possa essere di supporto al cambiamento già avviato dal progresso tecnologico, dagli interventi normativi in materia di lavoro nonché da quella che per molti rappresenta la quarta rivoluzione industriale - "Industria 4.0".

Bisogna favorire sempre più l'incontro tra domanda ed offerta, tra mondo azienda e mondo lavoratori ha affermato Salvatore Vigorini, Presidente di InContra, neonata Associazione che si pone l'obiettivo di proporre "Innovazione", "Contrattazione" e "Partecipazione" a favore di aziende e lavoratori.
L'innovazione tecnologica cambia il modo di lavorare, cambia la stessa concezione di spazio e tempo, assume sempre più rilievo il concetto di competenza. È per questo che anche la logica della contrattazione collettiva deve cambiare e porsi obiettivi più specifici quali:

  • il salario di produttività – che oggi è ancora uno strumento sperimentale connesso alla professionalità acquisita dal lavoratore;
  • la formazione - sempre più elemento essenziale del rapporto di lavoro;
  • il Welfare aziendale.

Tutto questo sarà possibile se le parti sociali saranno disponibili a fare, sempre più, ricorso alla contrattazione di secondo livello.

Dello stesso avviso Maurizio Ballistreri, Docente Universitario presso la facoltà di Scienze Politiche e Giuridiche dell'Università di Messina: secondo il prof. Ballistreri il lavoro subordinato e la contrattazione collettiva hanno subito, nell'ultimo decennio, un notevole scossone e bisogna rivedere i concetti di rappresentanza, rappresentatività ed efficacia della contrattazione collettiva. I modelli contrattuali devono essere modificati spingendoli ad un livello locale al fine di poterli adattare ai diversi contesti territoriali ed economici. D'altro canto si assiste già ad una certa "ibridizzazione" del lavoro subordinato come a volerlo avvicinare al lavoro autonomo. Bisogna dare sempre più spazio alla contrattazione di secondo livello per poter regolamentare meglio le nuove esigenze del lavoro, sfruttando le opportunità date dall'"Industria 4.0". Deve essere demandata alla contrattazione di prossimità la possibilità di intervenire su temi importanti quali il Welfare, la sicurezza, la partecipazione e la formazione. Proprio la formazione deve assumere un ruolo di primissimo piano, integrandola ad elemento essenziale nel rapporto sinallagmatico tra prestazione lavorativa e retribuzione. Attraverso la contrattazione di secondo livello possiamo coniugare le esigenze aziendali e le esigenze di formazione e riqualificazione dei lavoratori.
Infine il prof. Ballistreri ha annunciato l'imminente firma della partnership tra InContra e la facoltà di Scienze Politiche e Giuridiche dell'Università di Messina.

Anche secondo Massimo Mascini, giornalista e Direttore responsabile del quotidiano online "Il Diario del Lavoro", la contrattazione di secondo livello ha notevole potenzialità e spingere l'attenzione verso di essa rappresenta quasi un obbligo. La ripresa, ancora lenta nel nostro Paese, secondo il Direttore deve passare attraverso la crescita della domanda interna e dei consumi. Perché questo possa avvenire devono aumentare i salari dei lavoratori. Ecco che la contrattazione territoriale assume, e potrà ancor di più assumere in futuro, un ruolo fondamentale se si riuscirà a legare l'ammontare del salario alla produttività dei lavoratori.
Ma in Italia siamo ancora lontani, secondo Mascini, da livelli di utilizzo della contrattazione di secondo livello soddisfacenti. Le aziende, forse, non hanno ben compreso le potenzialità dello strumento contrattuale o, peggio, manca in loro la fiducia nel sistema sindacale.

A conclusione dei lavori ha preso la parola Maurizio Sacconi, Presidente della Commissione Lavoro del Senato, il quale ha posto subito degli interrogativi:

Come possono incontrarsi le parti in prossimità?
Come fare per poter sfruttare al meglio le spinte al cambiamento introdotte con Industria 4.0?

Secondo l'ex Ministro, gli strumenti praticabili possono esse due. Il primo, più semplice ma meno auspicabile, è quello legislativo, il secondo è quello della contrattazione. L'obiettivo deve essere quello di dare maggiore impulso alla contrattazione di secondo livello perché più capace di cogliere le esigenze di tutte le parti, piuttosto che imporre regole attraverso la produzione di norme: "Bisogna diminuire il peso legislativo dando slancio e forza allo strumento contrattuale poiché, la legge non potrà mai cogliere in pieno le dinamiche del cambiamento, potrebbe, tutt'al più, individuare obiettivi, ma non potrà mai essere capace di individuare le differenti esigenze e sostenere le diverse velocità di adattamento del mondo aziendale e del mondo del lavoro alle dinamiche del mercato su basi territoriali ed economiche diverse".
Questo, ricorda Sacconi, fu già una intuizione di Marco Biagi, con il suo progetto di "Statuto dei Lavori": meno legge e più contrattazioni tra le parti, che prevedeva il passaggio dal rigido centralismo regolatorio, capace di definire solo soluzioni uniformi, alla libera e duttile regolamentazione lasciata alla contrattazione di prossimità.
Bisogna avere il coraggio di lavorare sempre più per risultati e puntare sull'apprendimento per migliorare le competenze.
Ma perché tutto questo possa realizzarsi è necessario rovesciare l'ordine delle fonti, così come avviene in altri paesi europei. Il contratto deve avere un valore più forte di quello della legge, alla quale deve essere demandata solo l'individuazione e la regolamentazione dei diritti fondamentali ed inderogabili, il resto dovrebbe essere prerogativa della contrattazione.
Solo così si potrà creare occupazione senza doversi preoccupare, più di tanto, di difendere il posto di lavoro e le aziende avrebbero meno timore di assumere perché verrebbero meno quelle rigidità connesse all'attuale sistema normativo.
Ecco, la contrattazione di secondo livello, ha concluso il Presidente Sacconi, è lo strumento più idoneo affinché tutto questo si realizzi e si possa assicurare un rilancio del mondo imprenditoriale e del mondo del lavoro.

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