L’A.N.C.L CHE VORREMMO

di Pietro Latella
Presidente Associazione Nazionale Giovani Consulenti del Lavoro

01 01Leggendo l'intervista rilasciata dal Presidente Regionale ANCL dell'Emilia Romagna Luca Piscaglia alla newsletter dell'A.N.C.L. U.P. di Milano, "Protagonisti", ritengo doveroso replicare per completezza di informazione.

Nonostante sin dal titolo emerga una roboante provocazione - "L'A.N.C.L. è il CUORE della nostra CATEGORIA! Un errore l'ASSOCIAZIONE per i GIOVANI" - non voglio lasciarmi tentare dalla sterile polemica. Sarebbe, infatti, fin troppo semplice rispondere che è l'A.N.C.L. ad essere un errore ma preferisco, come sempre, la strada del dialogo aperto e franco sicché rispondo dicendo che più che UN errore, l'A.N.C.L. è IN errore.

Il collega Piscaglia, nel rispondere alle domande poste durante l'intervista, esprime, con una franchezza che travalica di parecchio la correttezza del dialogo istituzionale, il suo disappunto sulla costituzione dell'Associazione dei Giovani Consulenti del Lavoro, sottolineando che la categoria non avrebbe bisogno di nuove sigle sindacali o di nuove poltrone.

Un'affermazione che mi spinge a sottolineare, usando la sua stessa franchezza, che il collega Piscaglia, forse, non ha piena contezza di ciò che accade in A.N.C.L., oppure all'interno dell'A.N.C.L. c'è qualche problema di comunicazione. Infatti giova ricordare che sin dalla sua costituzione, l'Associazione Nazionale Giovani Consulenti del Lavoro, ha inteso condividere con l'intera categoria la sua nascita, la quale rappresenta la serena e spontanea volontà dei giovani Consulenti del Lavoro di tracciare un percorso di crescita condiviso. Negli incontri che ne sono seguiti, è stato più volte ribadito il convincimento che l'Associazione Nazionale Giovani Consulenti del Lavoro non intende duplicare nessuna istituzione già esistente, ma, al contrario, ha l'obiettivo di unire tutti quei giovani colleghi che negli ultimi anni sono entrati in categoria. Per comprendere meglio le dinamiche basti qui un dato su tutti: oggi più del 50% dei consulenti del Lavoro ha un'età media inferiore a 45 anni. Questo significa che più della metà degli appartenenti alla nostra categoria si misura quotidianamente con tutti i problemi che oggi un giovane riscontra nell'esercizio della professione.

Il collega Piscaglia, nel partecipare alla rubrica "l'A.N.C.L. che vorrei", ricorda che all'età di 26 anni era già Vice Presidente della sua Unione Provinciale. Atteso che si riconoscono al collega Piscaglia le doti personali che gli hanno permesso di tracciare il suo cammino dirigenziale, allo stesso modo si rileva, non me ne vorrà per la franchezza, che a distanza di 30 anni non sia riuscito a proporre quel necessario ricambio generazionale, nonché quell'avvicendamento necessario per il rafforzamento auspicato dell'azione sindacale.

Il collega Piscaglia, inoltre, nell'affermare che "i giovani non hanno bisogno di un loro zoo o allevamento" suggerisce che "Il loro posto naturale è dentro all'A.N.C.L.". Tali affermazioni, lo sottolineo ancora, rivelano la sua posizione di netto contrasto a quell' avvicendamento generazionale necessario, di cui sopra, che in ANCL non avviene neanche con cadenza ultratrentennale.

Al contrario, invece, credo che oggi più che mai l'A.N.C.L. si debba interrogare al suo interno, prendendo consapevolezza del suo posizionamento, processo questo che avviene analizzando il trend del consenso reale della categoria.

Per deformazione professionale, noi Consulenti del Lavoro siamo quei professionisti che devono tradurre le condizioni sociali in numeri, principalmente per poterne monitorare l'andamento, ma soprattutto per potere programmare gli interventi più efficaci. Tuttavia, in barba alle autoproclamazioni e ai titoli roboanti, negli ultimi 10 anni il trend degli iscritti al nostro sindacato è decisamente negativo. Infatti, nonostante i circa 15mila nuovi iscritti all'Ordine nello stesso periodo, la crescita degli iscritti al nostro sindacato è stata pari a zero. E non credo, in tutta franchezza, che la responsabilità di questa mancanza di appeal possa essere attribuita alla recentissima costituzione dell'Associazione Nazionale Giovani Consulenti del Lavoro. Forse però rappresenta un interessante punto su cui il nostro sindacato debba porsi delle domande e, soprattutto, darsi delle risposte, nel suo dibattito interno.

Quando il collega Piscaglia parla di "nuove poltrone", evidentemente non è a conoscenza del fatto che molti dei giovani iscritti all'Associazione Nazionale Giovani Consulenti del Lavoro "siamo" anche giovani dirigenti A.N.C.L.. Forse, e dico forse, prima di tuffarsi in sterili polemiche, sarebbe opportuno che il nostro Sindacato prendesse contezza e consapevolezza dell'operato delle proprie risorse.

La cosa che mi sorprende più di tutte, e che mi preme qui sottolineare, è che sin da quando, il 25 luglio 2013, l'Associazione Nazionale Giovani Consulenti del Lavoro ha incontrato tutte le istituzioni di categoria dichiarando la propria massima disponibilità a collaborare fattivamente, ad oggi l'unica che, nonostante numerosi incontri, non ha dato ancora risposta, lasciandoci in "trepidante" attesa per tutto questo tempo, è stata proprio l'A.N.C.L. Ma forse bisognerebbe desumere che il collega Piscaglia disconosca anche questo.

Dopo quella prima volta, l'Ufficio di Presidenza A.N.C.L. ha convocato più volte l'Associazione Nazionale Giovani Consulenti del Lavoro (sia ben chiaro, a proprie spese) per fare spiegare, ad una platea ogni volta differente, cosa rappresentasse l'Associazione Nazionale Giovani Consulenti del Lavoro; a quegli incontri, fino ad oggi, non è mai seguita alcuna risposta o azione concreta relativa alla nostra proposta di collaborazione.

Nonostante tutto, la nostra mano è sempre tesa anche perché, voglio ricordare al collega Piscaglia, il vero "nemico" non è dentro la categoria, MA FUORI.

Sono le aggressioni quotidiane e deliberate al nostro mercato, sono tutti quegli attacchi con cui si vuole svilire il nostro operato. Il vero "nemico" è tutto ciò che impedisce ai nostri giovani colleghi di guardare avanti e vedere un futuro.

Apprezzo le parole del collega Piscaglia quando dice che "i giovani oggi hanno bisogno di guide autorevoli nel percorso di crescita professionale" e ricordo, sempre a me stesso, che grazie a Dio queste guide le abbiamo e le ammiriamo quotidianamente: mi riferisco al C.N.O. in generale ed alla nostra Presidente Marina Calderone in particolare, la quale non solo ha dato lustro alla categoria (prima di lei era impossibile pensare ad una professione diversa da quella "bustapagacentrica"), ma ha rappresentato e rappresenta ai massimi livelli l'intera professione su tutti i principali tavoli e sedi istituzionali.

Tanti anni fa, per spiegare cosa eravamo, eravamo costretti a definirci "una specie di commercialisti, quelli delle buste paga". Oggi, grazie alla lungimiranza della nostra Presidente e del C.N.O., i commercialisti, cercano di qualificarsi professionalmente definendosi "i commercialisti del lavoro". Finalmente sono gli altri che usano noi per rafforzare la loro identità. E scusate se è poco.

Trovo scandaloso che un sindacato di categoria possa pensare di avere vita propria e di tracciare una strada slegata dall'organo politico quando invece dovrebbe, a mio avviso, esserne il "braccio armato", dando sostegno e vigore all'azione politica. Il sindacato non può e non deve pensare di essere esso stesso l'interlocutore politico della categoria, perché altrimenti – ecco che cade IN errore – così facendo perderebbe il suo ruolo.

Credo che oggi l'A.N.C.L. abbia perso di vista la vera funzione della Unitarietà, confondendo, forse, la sua definizione di Sindacato Unitario con quella di Sindacato UNICO. La pluralità rappresenta certamente il valore aggiunto per la crescita della categoria e del sindacato ma con questo non voglio dire che serva necessariamente un altro sindacato. La pluralità di idee non è necessariamente legata alla pluralità di sindacati, ma all'apertura culturale dell'unico interlocutore presente, che dovrebbe necessariamente proporsi come collettore delle istanze che vengono sostenuta da tutte ... TUTTE le compagini di categoria, senza la paura del confronto.

Leggo della nascita dell'A.C.L.A. (Associazione Consulenti del Lavoro Anziani). Un'altra parte della categoria ha inteso associarsi per porre l'attenzione su alcune tematiche che evidentemente, fino ad oggi, non sono state prese in considerazione dal dibattito interno all'A.N.C.L.

Colgo l'occasione per porre, su questo punto, due domande al collega Piscaglia:

  • come mai alcune riviste provinciali A.N.C.L. sostengono l'azione dell'A.C.L.A. e invece quelle stesse attaccano costantemente l'azione dell'omologa associazione dei giovani professionisti?
  • se oggi giovani e anziani non si sentono rappresentati appieno dall'A.N.C.L., il nostro Sindacato "Unico" chi rappresenta? Al riguardo mi piacerebbe poter analizzare i profili degli iscritti A.N.C.L., per comprenderne a pieno la direzione presa da questo nostro ente. Solo dall'analisi puntuale di questo dato, infatti, si potrebbe trarre una sintesi dell'azione sindacale ma soprattutto, da quel dato si potrebbe seriamente ripartire per iniziare a ragionare sul ruolo e la funzione che oggi la categoria si aspetta dal suo SINDACATO.

La riflessione "L'A.N.C.L. che vorrei" dovrebbe essere affrontata dall'intera categoria e non da chi oggi riveste un ruolo dirigenziale all'interno del sindacato, che invece dovrebbe dare conto di quello che è stato fatto per cercare di rendere l'A.N.C.L. il vero Sindacato UNITARIO della Categoria.

Ma così non è. Evidentemente perché la pluralità di voci non è un elemento ben visto dal nostro sindacato che, lo ricordano tutti, ha espulso chi ha avuto un pensiero differente. Oggi tutti noi ringraziamo quella persona perché, dopo la sua espulsione, ha saputo guidare la categoria fuori dall'appiattimento professionale e soprattutto ha saputo rafforzare la nostra identità.

Basta con le polemiche. È tempo di rimboccarsi le maniche, senza sigle o gonfaloni. È tempo di lavorare, senza posti al sole e sporcandoci le mani, tutti insieme per garantire ai giovani colleghi di oggi di poter godere dei frutti che riusciremo a seminare, allo stesso modo con cui noi oggi beneficiamo di ciò che è stato seminato ieri, nel pieno rispetto di tutte le diversità di vedute e nella assoluta consapevolezza che siamo tutti Consulenti del Lavoro!!!pdf

Stralcio intervista Luca Piscaglia      pdf

 

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